Nella dichiarazione dei redditi 2021 relativa al periodo d’imposta 2020 le spese detraibili potranno essere inserite solo se sono stati utilizzati strumenti di pagamento tracciabili. Il pagamento in contanti preclude quindi la possibilità di inserire la spesa nel modello 730 o nel modello Redditi.
Inoltre, sempre da quest’anno, per i contribuenti che hanno conseguito un reddito superiore a 120.000 euro, la detrazione decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo di 240.000 euro. Nel limite reddituale rientrano anche i redditi assoggettati a cedolare secca.
Vediamo i dettagli.
Spese detraibili 730/2021: solo pagamenti tracciabili
Per le spese sostenute nel 2020 è ammessa la detrazione del 19% sono se il pagamento è avvenuto con strumenti tracciabili. Suddetto pagamento deve essere documentato con:
- ricevuta bancomat;
- estratto conto;
- copia bollettino postale o del MAV e dei pagamenti con PagoPA.
In assenza di almeno uno di questi documenti è possibile accedere alla detrazione anche mediante l’annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale da parte dell’erogatore del servizio.
Obbligo di pagamento tracciabile: spese escluse
L’obbligo di tracciabilità dei pagamenti non si applica alle spese sostenute per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici, nonché per le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche accreditate al Servizio Sanitario Nazionale. Anche i farmaci veterinari possono essere pagati in contanti.
In merito alle strutture accreditate, si può pagare in contanti, senza perdere la detrazione. Indipendentemente se la prestazione è resa effettivamente in convenzione o sia privatistica.
Detrazioni 730/2021: limiti per i redditi più alti
Oltre all’obbligo di pagamento tracciabile, la Legge di bilancio 2020 ha introdotto un meccanismo secondo il quale la detrazione degli oneri decresce al crescere del reddito del contribuente.
In particolare, dall’anno di imposta 2020, la detrazione per alcune delle spese detraibili varia in base all’importo del reddito complessivo. Essa, infatti, spetta per intero ai titolari di reddito complessivo fino a 120.000 euro. In caso di superamento del predetto limite, il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari a 240.000 euro.
Tale disposizione restrittiva non riguarda le spese sanitarie, e gli interessi relativi ai prestiti e ai mutui agrari, all’acquisto e alla costruzione dell’abitazione principale.